Essere parte ed essere il Tutto

Pubblicato il 6 agosto 2023 alle ore 17:00

Qualche tempo fa ho campeggiato in riva ad un lago. Ho dormito in tenda e così i suoni tutti intorno arrivavano facilmente al mio udito. Tra un sogno e l'altro il mio sonno a tratti leggero mischiava fantasia e realtà. Il gracidare di una rana, o forse un rospo, poco importa, svegliava a macchia d'olio due, quattro, otto, sedici, trentadue rane (o rospi) innescando un concerto che come un onda andava aumentando di volume e intensità, raggiungeva un apice e poi decrescita, fino a diventare un brusío e poi finire. Silenzio. Dopo un po' un'altra rana si svegliava, diceva "Cra" e subito un'altra le rispondeva accanto, e una nuova onda di "Cra cra cra cra cra" partiva.

Dopo un po' un lupo in lontananza ha iniziato ad ululare deciso, poi ha risposto un altro, poi un altro, dando luogo ad uno scambio di cori che risuonavano da una valle a quella opposta, come guidate da un esperto direttore d'orchestra.
Essere immersa in questo campo di suoni mi ha dato la percezione di essere al centro del mondo.

Ho già parlato, seppur brevemente, di ciò che accade a livello ormonale quando ci sentiamo parte di qualcosa, di un grande campo, e la nostra coscienza si espande.

Essere intellettualmente a conoscenza di questo nostro funzionamento può essere molto importante, soprattutto quando emozioni intense e disturbanti ci fanno entrare in uno spazio di impotenza, inibizione o blocco, ci inducono ad andare in protezione, abbassando le nostre energie e il nostro campo elettromagnetico, portando la nostra postura ad essere in qualche modo rannicchiata, contratta, chiusa, e spesso innescando un circolo vizioso di confusione e chiusura, chiusura e confusione...

Essere consapevoli poi di quello che accade nel concreto dentro di noi, di quale predisposizione ha il nostro assetto psicosomatico, quì e ora, è ancora più utile, perché ci permette di modulare attivamente e liberamente il nostro modo di rispondere a ciò che accade.

Riconoscerci parte di qualcosa, come ho già detto in un altro articolo, espande la nostra coscienza, apre la nostra percezione, ci permette di uscire da quell'illusorio senso di isolamento che è alla base molto spesso delle emozioni intense e disturbanti che ho citato sopra, che sono paura, ansia, rabbia o frustrazione e tristezza o a volte depressione.
Come rane o come lupi, siamo al contempo individui e parti di un gruppo o di un branco, e nel nostro lago collettivo, o da una valle all'altra, risuoniamo come diapason alla complessità dell'altro, che è anche la nostra.

Dott.ssa Eleonora Dunya di Federico

Ecopsicologia e Mindfulness Psicosomatica